“Tante volte mi sono chiesto: quanto vale l’uomo? Quanto vale la sua vita? Per che cosa vale la vita dell’uomo? Quante domande e…sempre le stesse! Ogni volta che incontri una malattia invalidante, ogni volta che incontri la sofferenza, ogni volta che sperimenti la morte di un amico, queste stesse domande si alzano con sempre maggiore rabbia. Per tutti è sempre quel prolungato respiro affannoso, quell’interminabile rantolo maledetto (così assordante da spaccarti la testa) e quel corpo che sussulta e che si disunisce per cercare un po’ di pace, che ci ripropongono – con forza e a volte con disperazione – queste domande.
Quel respiro e quel sussulto ci hanno messi all’angolo!
Fallibile il pensare che l’uomo vale per ciò che ha, per le cose che possiede, per le relazioni che ha instaurato, per i legami saldati, per le assicurazioni stipulate, per i risparmi sudati, per gli anni vissuti, per la terra d’origine, per la fede ricevuta, per la razza ereditata, per la salute goduta, per il potere gestito, per la ricchezza del sapere, per i figli generati, per l’ascesi cercata e per la penitenza incarnata.
Eppure non una di queste cose possedute danno ragione di quel prolungato respiro; né sanno colmarlo, né sanno spegnerlo.
Fallibile il pensare che l’uomo vale per ciò che sembra, per gli abiti indossati, per i sorrisi distribuiti, per la simpatia espressa, per la cultura del linguaggio, per le forme del corpo, per le comodità che si permette, per le emozioni suscitate, per la libertà manifesta, per le certezze esibite, per la molteplicità delle possibilità.
Eppure non una di queste cose manifestate danno ragione di quel continuo sussulto; né sanno colmarlo, né sanno spegnerlo.
Ma allora? Allora resta quel respiro; allora resta quel sussulto e, soprattutto, resta quel volto che sembra chiederti… perché? Io non ho trovato altre risposte al di fuori di quel volto; ecco che penso che, forse, la risposta sia scritta proprio in quello stesso volto. L’uomo vale per il volto che ha, per il volto che è, per il fatto stesso che è volto.
Ecco perché, aldilà di ogni teoria o riflessione, ciò che conta, ciò che nasce, ciò che resta e ciò che vive è il volto di ogni uomo. Volto che ti parla, che ti guarda, che ti ascolta, che ti sfiora, che ti cerca, che ti respinge, che t’interroga che ti risponde e che ti apre a ti introduce al mistero.
Come Comunità, come persone, come famiglie e come Casa Alloggio è proprio per questo continuo incontro di volti che abbiamo ragione di essere.”

Pesaro, 14 dicembre 1995

Scritto da Paolo Pierucci (Osteria Nuova di Montelabbate, 23 novembre 1962- Pesaro, 23 maggio 2014)
Fondatore di Casa Moscati
Presidente C.I.C.A.
Ma soprattutto “Cercatore di Volti”

BUON 1 DICEMBRE A TUTTI NOI